In principio non c'era niente se non Sussistanako, la Donna Ragno, la Donna
Pensante, La Donna Pensiero. Nessun'altra creatura vivente, né uccello né fiera né
pesce viveva ancora.
Nell'oscura luce viola che splendeva all'alba dell'essere, la Donna Ragno tirò un filo
da est a ovest e un altro da nord a sud. Quindi, sedette sui fili che aveva appena filato
attraverso l'universo e cantò con una voce incredibilmente profonda e dolce. E come
cantava, nacquero due figlie: Ut Set, che divenne la madre del popolo dei Pueblo, e
Nau Ut Set, che divenne la madre di tutti gli altri popoli.
Seguendo le indicazioni che dava loro la Donna Ragno, le due sorelle crearono il sole
impastando conchiglie bianche, rocce rosse, del turchese e conchiglie madreperlacee.
Quando fu pronto, lo rotolarono su per la montagna più alta e da lì lo lanciarono in
cielo, perché potesse dare la luce. E quando videro che di notte era ancora buio, allora
formarono la luna, mescolando insieme pezzi di scura roccia nera, gialla e rossa e
del turchese. Ma le cose non erano ancora del tutto a posto, perché quando la luna
viaggiava lontano vi erano molte notti in cui ancora non si riusciva a vedere. Fu per
questo che, con l'aiuto della Donna Ragno, Ut Set e Nau Ut Set crearono il Popolo
delle stelle e diedero loro come occhi lucidi cristalli scintillanti, così che non ci
sarebbe più stata l'oscurità completa.
Quando le luci del cielo furono a posto, la Donna Ragno prese della creta rossa,
gialla, bianca e nera e con essa creò le donne e gli uomini. E in ciascuno di loro pose
un filo di saggezza creativa, che filò dalla sua essenza di Ragno: e così ciascuno fu
attaccato a lei con un filo della sua ragnatela. E' per questa ragione che ognuno di
noi è legato alla Donna Ragno da un sottile filo di ragnatela posto all'apertura della
sommità del capo. Chi non lo sa, lascia che questa apertura si richiuda; ma solo
quando la teniamo aperta possiamo, lasciando uscire il nostro canto, restare attaccati
alla saggezza della Donna Ragno.
Molti si sono dimenticati di questa apertura. Molta gente è cresciuta brutale e
corrotta. Sono quelli che hanno dimenticato l'antica saggezza. Tre volte la gente si
è dimenticata, e tre volte è stata spazzata via da una violenta inondazione. Ma ogni
volta la Donna Ragno salva coloro che ricordano, coloro che hanno lasciato aperta
la porta sulla sommità del capo. Li conduce nel luogo delle canne cave per insegnare
loro a usarle come barche, quelli dalla porta ancora aperta, che hanno resistito
galleggiando sulle acque fino al momento di entrare nel mondo nuovo, il Quarto
Mondo. A lungo galleggiarono sull'acqua, l'attesa fu lunga. Duro fu il viaggio. E
quando finì, emersero nel mondo nuovo risalendo attraverso il sipapu dall'utero di
Madre Terra.
Ut Set detto loro dei grani, spiegando che era latte del suo seno. Nau Ut Set diede
loro le erbe per pregare e le pietre per macinare i grani. La Donna Ragno donò
le piume di aquila per i loro capelli affinchè potessero viaggiare sicuri. Ma solo
coloro che si sono ricordati di tenere aperta la porta, di appoggiarsi alla saggezza di
Sussistanako sanno quale via percorrere, perché sono in grado di vedere e sentire il
filo che li tiene attaccati alla ragnatela del destino tessuta dalla Donna Ragno.
Tratto da:
Luciana Percovich "Colei che da la vita, colei che dà la forma" , Venexia Ed.
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Sussistanako, la Donna Ragno - Il mito di Aracne -
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