Ci sediamo tutte in cerchio sul tappeto e dopo una brevissima presentazione, entriamo nel vivo del lavoro. I protagonisti di questo incontro sono il nodo e la voce. Al centro troviamo delle fettucce e dei fili bianchi neri e beige oltre a dei legnetti.
A turno intrecciamo questi fili annodandoli e diciamo cosa rappresenta per noi il nodo. Aggiungiamo queste piccole opere all'intreccio della volta precedente che ha ormai assunto la funzione di tenda alla finestra. È la volta di Camilla che ci fa alzare e sperimentare vari movimenti nello spazio accompagnati dall'emissione della voce. Cominciamo a muoverci dapprima disordinatamente e poi piano piano in cerchio emettendo suoni fino ad arrivare a cantare un canto africano bellissimo.
Il movimento continua a trasformarsi, esploriamo tutte le dimensioni dello spazio e la nostra voce segue i movimenti. Intoniamo un nuovo canto e Camilla ci conduce a scoprire la polifonia. In gruppo, due gruppi, a coppie cantiamo e ci stupiamo delle nostre possibilità.
Il canto sembra acqua che scorre e scioglie e lascia andare. Al temine dell'attività sentiamo il bisogno di una condivisione, prima di riprendere silenziosamente il lavoro con l'espressione plastica. Lavoriamo tutte insieme con stoffe, colori, carta. Veronica e Camilla continuano a cantare durante il lavoro. L'atmosfera è magica come sempre e tutto sembra scorrere, verificarsi, attuarsi. Pian piano i lavori terminano e la sorpresa è sempre grande: come è potuto accadere? Da dove vengono queste forme? Esponiamo i lavori e ciascuno presenta il proprio attribuendogli un titolo: